TERAMO – Continuano le lamentele dei cittadini per la presenza invadente e pressante di uomini e donne che chiedeno l’elemosina nei punti più disparati della città, alcuni diventati dei veri e propri presidi fissi di accattonaggio. Passata di moda la scelta di chiedere offerte di denaro alle auto in fila ai semafori, adesso vengono presi di mira le uscite degli uffici bancari, delle poste – nell’immagine quella dell’ufficio centrale di via Paladini -, dei portici sui corsi centrali, dei grandi magazzini. Qui si svolge la vita dei questuanti, dalla mattina fino all’incirca all’ora di pranzo: è raro vederli poi nel pomeriggio, se in poche occasioni e anche in questo caso, punti fissi (come l’ingresso del supermercato Acqua & Sapone di via Duca D’Aosta, in centro). Questo particolare ‘modus operandi’ testimonia due cose: intanto che la ordinanza contro l’accattonaggio firmata dal sindaco Brucchi si può dire definitivamente fallita, inoltre che a gestire questo manipolo di giovani e meno giovani è sicuramente una organizzazione dedita a questo tipo di affari. Il loro arrivo, ogni mattina, è puntuale e organizzato, si suddividono le zone di competenza e tornano al punto di raccolta (l’area di parcheggio della Madonna della Grazie, tra uffici finanziari e tribunale) a ora stabilita, con gli incassi della giornata.
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